E adesso?
I manicomi stanno chiudendo, ma cosa succederà ai medici incompetenti che li dirigevano? Alcuni pazienti riassaporeranno nuovamente la libertà dopo 50 anni.
“Sono stata ricoverata in manicomio per ben 51 anni, ho sempre avuto paura della vita. A cinque anni fui ricoverata in manicomio, perché ero troppo timida e in prima elementare non riuscivo a parlare a scuola e per questo fui dichiarata malata di mente. Sono stati anni terribili, non ho saputo cosa significa vivere, le mie paure anzichè diminuire sono aumentate. Ora sono felice, ho appena avuto le chiavi della mia prima casa! Sono felice di arredarla, di avere uno spazio mio senza infermieri o psichiatri che mi dicono cosa devo fare!”
Teresa, una ex-paziente di 57 anni del manicomio di Imola, è un esempio tipico di molti individui le cui vite sono state distrutte dopo essere stati forzatamente rinchiusi in un manicomio a seguito di una diagnosi psichiatrica fasulla.
Dato che i manicomi in tutta Italia devo essere forzatamente chiusi ora che la legge 180 viene finalmente applicata, la portata delle ingiustizie commesse in nome della psichiatria sta finalmente venendo alla luce.
Le storie di coloro che sono stati finalmente rilasciati dopo anni, e in alcuni casi decenni, di incarcerazione ingiusta, suscitano molte emozioni. Ma la più comune è il sollievo.
“Quando sono uscita dall’ospedale psichiatrico avevo le lacrime agli occhi per la felicità: l’unico mio pensiero è stato di ringraziare Dio per non avermi fatto morire in manicomio”, ha detto Giuditta, una ex-paziente del Santa Maria della Pietà di Roma. Sebbene felice di essere libera, la sua storia è una tragedia simile letteralmente ad altre migliaia di storie. Ora ha 89 anni: “Non ho più nessuno al mondo, ora vivo in un piccolo pensionato alla periferia di Roma, passo le mie giornate a sferruzzare.”
Coloro che si battono per i diritti umani stanno ora discutendo su come perseguire legalmente i responsabili della rovina di così tante vite. “In un qualsiasi altro campo, una persona che prende un’altra, la trattiene contro il suo volere, la droga, la percuote e le somministra scariche elettriche, verrebbe condannata per gravi atti criminali,” ha detto il dottor Roberto Cestari, Presidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti dell’Uomo (CCDU). “Gli psichiatri fanno ciò e, almeno sino a poco tempo fa, non solo non venivano condannati e arrestati, ma il governo dava loro milioni di lire per fare tutto ciò.”
Il CCDU è stato fondato nel 1969 dalla Chiesa di Scientology e dall’autorevole psichiatra ungherese dottor Thomas Szasz. Il CCDU è un’organizzazione presente a livello internazionale impegnata a denunciare le violazioni dei diritti umani nel campo della psichiatria, probabilmente il settore più corrotto e oppressivo della nostra società. Oggi il CCDU opera da 124 uffici in 28 nazioni.
Nel corso di una speciale conferenza tenuta all’Hotel Plaza di Roma lo scorso marzo, Szasz ha encomiato i membri del CCDU italiano e i parlamentari e i giornalisti che hanno lavorato assieme per la chiusura dei manicomi. “Il mondo vi deve qualcosa solamente per il fatto che ve ne state prendendo cura” ha detto.
Ma ha anche aggiunto un avvertimento: “Qui, come negli Stati Uniti, la psichiatria sta cambiando la sua immagine, tappeti nuovi nelle cliniche, fiori alle finestre, e così via. Stanno chiudendo i manicomi perché non ne hanno più bisogno. Ora hanno a disposizione nuovi strumenti: elettroshock, psicofarmaci e psicochirurgia. Quando parliamo di abusi psichiatrici, noi stiamo in realtà parlando della psichiatria stessa, perché la psichiatria è abuso.”
Alcuni parlamentari che partecipavano alla conferenza si sono trovati d’accordo con Szasz. L’On. Lumia, uno dei parlamentari più attivi, ha insistito sul fatto che la legge 180 debba essere applicata, sostenendo che le persone devono conoscere la verità, così che l’“ideologia manicomiale” possa essere sradicata per sempre.
L’On. Guidi ha parlato per tutti riconoscendo che la sola chiusura dei manicomi non è sufficiente.
Troppe sono le persone che hanno passato la loro vita come prigionieri, subendo molte volte delle vere e proprie torture. “Certamente,” ha detto, “qualcuno è colpevole di aver creato tali condizioni. Queste persone dovrebbero essere perseguite legalmente.”
“Questo accadrà,” ha detto il dottor Cestari. “La nostra prima preoccupazione è il benessere di coloro che sono ancora prigionieri. Ma gli psichiatri che hanno commesso dei crimini verranno portati davanti alla giustizia.”
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