L’intolleranza non conosce confini
Sotto pressione da parte di organismi internazionali per i diritti umani, alcuni funzionari tedeschi si sono rivalsi con una bizzarra campagna atta a distruggere la libertà religiosa in Europa.
Quando Gunther Beckstein, Ministro degli Interni bavarese si è recato, nel dicembre dello scorso anno nell’Italia del Nord – diffondendo panico sul pericolo delle “sette” – non si è trattato di un evento isolato. Il Governo tedesco, di fronte alla crescente critica internazionale per la persecuzione di minoranze religiose ed etniche, esercita a sua volta pressioni verso altri stati europei, e oltreoceano, per ottenere sostegno alle sue posizioni intolleranti.
L’arresto, avvenuto lo scorso 6 aprile a Berna, in Svizzera, di un agente dell’intelligence tedesco ha allarmato molti fra coloro che prima non avevano creduto all’attivismo tedesco.
L’ufficio del Procuratore Federale svizzero ha accusato la spia di condurre “affari illegali per uno stato straniero” e di falsificare documenti mentre era impegnata in attività di spionaggio ai danni della Chiesa di Scientology.
Il Presidente dell’Ufficio “Baden-Wuerttemberg” per la Protezione della costituzione, che ha messo in campo l’agente, ha affermato che le azioni illegali erano “non intenzionali” perché la spia doveva dirigere la sua attività dall’interno della Germania, affermando implicitamente che l’Ufficio ritiene che lo spionaggio contro una religione all’interno dei confini tedeschi sia cosa accettabile. Quanto poi all’affermazione che tale violazione di legge “non fosse intenzionale”, è palesemente falsa.
Se l’agente non doveva lasciare la Germania, perché aveva documenti d’identità falsi per il suo ingresso in Svizzera? L’agente ora è sotto processo, mentre due collaboratori svizzeri sono anch’essi indagati.
Queste azioni sono autorizzate: il governo tedesco ha annunciato pubblicamente la sua intenzione di diffondere all’estero la sua campagna di disinformazione. In effetti, parecchi governi europei sono già stati contattati – apertamente o in modo nascosto – dai servizi tedeschi.
Collaborazione richiesta al Parlamento Europeo
Nell’ottobre 1997, l’Ambasciata tedesca a Vienna ha inviato una richiesta al Ministero degli Affari Esteri austriaco per ottenere “collaborazione” ad una “iniziativa relativa a Scientology” presso il Parlamento Europeo.
Si è ottenuta copia di tale documento dal Ministero dell’Istruzione e Affari Culturali austriaco, ed ha la “forma” di una lettera. Sembra che simili richieste di collaborazione siano state spedite a tutti i governi europei.
In sostanza, il messaggio è una richiesta di esercitare pressioni presso il Parlamento Europeo al fine di ostracizzare la Chiesa di Scientology in quanto “organizzazione commerciale”. Tuttavia, con una sentenza del 1995, molto simile alla sentenza più recente della nostra Corte di Cassazione (si veda “Libertà di religione in Europa”) il Tribunale Amministrativo di Vienna aveva riconosciuto che la Chiesa di Scientology è al di là di ogni dubbio un’organizzazione religiosa, che non svolge attività commerciali. Il Ministero dell’Istruzione e degli Affari Culturali austriaco ha risposto alla richiesta di collaborazione dell’Ambasciata tedesca affermando che non vede il problema “così come viene posto in Germania”.
Non ci è nota la risposta data da altri paesi europei, ma tale richiesta è un manifesto invito ad unirsi alla Germania nel violare gli standard sia nazionali che internazionali sui diritti umani. Tutto questo ridicolizza le attuali celebrazioni del 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – che il governo tedesco, al pari dell’Italia e praticamente di ogni paese in Europa, si è impegnato a sostenere.
Il Cancelliere tedesco Helmut Kohl si è vantato qualche tempo fa del fatto che “Il futuro apparterrà ai tedeschi.... quando costruiremo la casa d’Europa”. I leader europei dovrebbero prendere attentamente nota dell’interpretazione data alle leggi sui diritti umani dal loro principale “imprenditore edile”.
Quale che sia il punto d’arrivo per coloro che sono attualmente bersagliati in Germania è evidente dalle attività di una “Commissione d’Inchiesta” istituita nel Bundestag Tedesco fin dal 1996.
Questo ente è così prevenuto che gli stessi tribunali in Germania hanno sentenziato che almeno due dei suoi membri potrebbero essere appropriatamente etichettati come “violatori dei diritti umani”. La Commissione d’Inchiesta, a quel che si dice, sta indagando su 600 gruppi minoritari che contano tra i loro membri un totale di due milioni di cittadini tedeschi.
La Germania cerca di “educare” l’America
Dopo le critiche alla Commissione d’Inchiesta espresse in un rapporto sui diritti umani pubblicato nel gennaio di quest’anno dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, i tedeschi hanno inviato una delegazione in America, apparentemente per indagare sulle ragioni del diverso atteggiamento adottato dai due paesi nei confronti delle minoranze religiose.
Tuttavia, invece di limitarsi a incontrare politici americani e leader dei diritti umani, la delegazione tedesca ha mangiato e bevuto con rappresentanti di alcune organizzazioni anti-sociali tra le più disprezzate.
La più importante fra queste è quella ingannevolmente denominata “Lobby della Libertà” – un gruppo radicale descritto dalla Lega Anti-Diffamazione Ebraica come “un’organizzazione anti-semita tra le più attive e la più ricca negli Stati Uniti.”
Tempo fa, il fondatore di tale organizzazione, affermò molto chiaramente la propria posizione. Una volta invocò “il colpo più forte che si possa immaginare contro il potere organizzato degli ebrei... Il nostro nemico di... è lo stesso nemico di 50 anni fa e oltre – e questo era prima del comunismo... Gli ebrei sono venuti per primi e rimangono il nemico pubblico numero uno... In effetti, nessuno studioso obiettivo può oggi negare che il mondo sarebbe un posto migliore per vivere se la Germania avesse vinto...”
Dopo una lettera di protesta inviata da un gruppo di studiosi ebrei sulla scelta tedesca dei consulenti, è venuto alla luce che la Commissione d’Inchiesta aveva addirittura pagato almeno un membro della “Lobby di Libertà” per recarsi in Germania a procurare “prove”.
Diffamati 100 membri del Congresso.
I tedeschi hanno avuto vita difficile in America molto prima che le notizie relative ai loro incontri clandestini con i membri di “Lobby di Libertà” fossero rese note. Il loro “rapporto provvisorio”, pubblicato nell’estate del 1997, elencava 21 “cosiddette sette e psico-gruppi”, tra le quali erano stati inclusi i buddisti, i battisti, i mormoni, gli avventisti del settimo giorno ed altre minoranze religiose. La lista diffamava la religione del Presidente Clinton e di oltre 100 tra i più rispettati membri del Congresso americano.
La delegazione tedesca è stata criticata nel corso di una conferenza stampa tenuta dai leader religiosi americani, alla quale hanno partecipato rappresentanti dei battisti, musulmani, sikh e di altre minoranze religiose, tra cui un rabbino assidico. Un ministro battista ha descritto il lavoro dell’Inchiesta come “una caccia alle streghe permanente finanziata dal Governo... per mettere nella lista nera e punire qualsiasi cittadino che tema di avere o condividere credi religiosi non approvati dallo Stato.”
Un rapporto mondiale critica la Germania
Negli ultimi cinque anni sono stati pubblicati diversi rapporti che esprimono seria preoccupazione riguardo l’intolleranza religiosa in Germania: il rapporto della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, della Commissione di Helsinki, del Dipartimento di Stato delle Nazioni Unite e di molti altri organismi.
Il Centro dei Diritti Umani dell’Università di Essex, in Inghilterra – uno dei più rispettati custodi dei diritti umani in Europa – ha pubblicato nel 1997 un rapporto mondiale che spiegava nei dettagli i risultati delle sue accurate ricerche effettuate in oltre 50 paesi.
“In Germania”, notano gli autori, “la democrazia è usata come ideologia per imporre l’obbedienza. È stato sconcertante scoprire che lo Stato, e alcuni dei suoi politici e rappresentanti, siano modelli del passato di discriminazione e intolleranza tristemente noti...”.
Gli sforzi della Germania di esportare l’intolleranza religiosa nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti potrebbero sembrare ridicoli.
Ma dato che i tedeschi vi si stanno impegnando seriamente, tali tentativi meritano la dovuta attenzione. I tentativi di “imporre l’obbedienza” al Parlamento Europeo persuadendo altri governi europei a “collaborare” dovrebbero essere respinti. La Germania si dovrebbe limitare ad esportare auto e macchinari. In caso vi fosse la necessità di consigli su come trattare le minoranze religiose, ci sono paesi con referenze assai migliori di quelle della Germania.
L’agente verrà processato per aver falsificato i documenti e per aver condotto attività di spionaggio contro la Chiesa di Scientology.
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