Tutto fumo niente arrosto
Il documento del Ministero degli Interni sulle minoranze religiose ha creato molto rumore – ma si tratta di insinuazioni e dicerie discreditate da molto tempo dalle autorità interessate.
Il 29 aprile 1998, le agenzie stampa diffondono allarmanti notizie circa un “rapporto sulle sette” redatto dal Ministero degli Interni e inviato alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati.
I mezzi d’informazione si occupano ampiamente del rapporto che viene giustificato dalla paura di possibili atti sconsiderati in occasione del Giubileo, nell’anno 2000.
Tuttavia, un esame del documento stesso non sembra rilevare ciò. Non viene citata alcuna relazione tra le nuove religioni e il Giubileo. Anzi, il documento nota che gruppi millenaristi o apocalittici – gruppi cristiani che sono l’unica logica sorgente di preoccupazione in vista dell’avvento del nuovo millennio – in Italia sono privi di rilievo. Infatti, il documento conclude che comportamenti irrazionali possono accadere con uguale percentuale statistica tra membri della società in generale.
Quindi, l’immediata distribuzione del documento e l’ingiustificata eco datagli dalla stampa sembrano aver perseguito un certo scopo che, probabilmente, va persino al di là delle intenzioni dei suoi autori. Secondo alcuni mezzi d’informazione, gli stessi funzionari di polizia sono caduti dalle nuvole nell’apprendere la notizia del rapporto dai giornali, ed hanno richiesto al Ministero come mai non avessero ricevuto segnalazioni sull’oggetto del rapporto, se è vero che, secondo i suoi estensori, poteva esistere un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza.
Panorama definisce questo rapporto una “bufala” e uno degli organizzatori del Giubileo, Monsignor Libero Andreatta, nello stesso articolo, sostiene che “gli italiani sono troppo intelligenti per credere a simili notizie”.
Perché allora un rapporto di polizia datato febbraio 1998, viene inviato ai mezzi d’informazione e da questi reso pubblico solo due mesi dopo? La migliore risposta sembra essere quella apparsa nel sito Internet del CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni – vedi “Molto rumore per nulla?”, pagina 5). Come puntualizzato dal direttore del CESNUR Massimo Introvigne, questo rapporto interno di polizia è stato reso una notizia da prima pagina lo stesso giorno in cui la Commissione per gli Affari Costituzionali della Camera stava discutendo una nuova legge sulla libertà religiosa, una legge intesa a sostituire la legislazione fascista del 1929-30 sui culti ammessi. Questo tempismo è una coincidenza troppo evidente per sfuggire all’idea che qualcuno stia tentando di influenzare la Commissione. Questo sembra essere avvalorato dal dimenticatoio in cui il rapporto sembra essere finito dopo aver servito il suo scopo.
Ciò che è interessante è il fatto che l’estensore del rapporto dà l’impressione di dolersi per il fatto che non siano stati rinvenuti elementi perseguibili per legge o la mancanza di fatti che abbiano, in qualche modo, una rilevanza penale. A parziale spiegazione, il documento ricorda che il reato di plagio, sostenuto dai più fanatici bigotti “anti-sette”, non esiste più in Italia. È stato depennato dal nostro codice penale dalla Corte Costituzionale nel 1981.
Inoltre, gli unici due esempi di gruppi criminali citati nel rapporto sono quelli di gruppi collegati all’area cattolica (Mamma “Ebe” e “Gruppo del Rosario”). Le vere argomentazioni generali che il rapporto pone non sono quindi nient’altro che un presunto pericolo “sette”, che secondo il rapporto attualmente non esiste in realtà.
Utilizzo di fonti non attendibili
Sebbene non vengano indicate analiticamente le fonti usate per accedere alle notizie raccolte, ma si faccia genericamente riferimento a informazioni e articoli di giornale, appare evidente che l’uso di fonti diversissime tra loro, alcune delle quali non verificate, è ben poco compatibile.
La prima parte dell’introduzione si basa per la maggior parte sulla letteratura specializzata, mentre nella seconda parte, quella delle “schede” sui vari gruppi presi in esame dal Ministero degli Interni, appare avere maggior risalto l’informazione non specialistica, quella giornalistica o di altre fonti non meglio precisate. Manca quasi totalmente l’esame teologico delle dottrine. Il rapporto si conclude in modo abbastanza equilibrato, affermando che il presunto problema delle “sette” non esiste nella realtà al di fuori delle menti di coloro che criticano personalmente altre fedi religiose.
Il ruolo del governo tedesco
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“Gli italiani sono troppo intelligenti per credere a simili notizie.”
– Monsignor Libero Andreatta
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Per rimanere in tema di fonti dubbie utilizzate per stilare il rapporto, non sorprende il fatto che esso comprenda una scheda sulla Chiesa di Scientology costruita anche con l’utilizzo di documenti del governo tedesco, tradotti ed inseriti nel rapporto senza alcun cambiamento.
L’intolleranza di alcune autorità all’interno del governo tedesco è ben nota e inequivocabile (vedi “L’intolleranza non conosce confini”, pagina 6). Negli ultimi anni il governo tedesco ha ricevuto la sua più severa critica dalla fine della seconda guerra mondiale da parte di organismi come la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, la Commissione di Helsinki, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ed altri. All’inizio di quest’anno il Relatore Speciale sull’Intolleranza Religiosa delle Nazioni Unite si è recato personalmente in Germania ed ha riferito di seri problemi di discriminazione nei confronti di una serie di minoranze religiose come islamici, buddisti, mormoni, Testimoni di Geova, Baha’i, Hare Krishna, scientologist ed altri. Ha anche fatto notare che in Germania la stampa “troppo spesso parla di argomenti religiosi e fedi in modo grottesco, per non dire completamente distorto e nocivo.”
Ci sono forse molti motivi per cui alcuni politici tedeschi hanno preso di mira in particolare la Chiesa di Scientology. Una cosa è certa: tra le “nuove religioni” esistenti in Germania, Scientology è quella che certamente si sta diffondendo più velocemente. Esiste però un’altra spiegazione, molto ovvia per chiunque conosca il successo delle campagne degli scientologist a favore dei diritti umani, in particolare a difesa di coloro che sono ricoverati ed hanno subito abusi nei manicomi (vedi “E adesso?”, pagina 9).
Alcuni anni or sono un gruppo di scientologist tedeschi ha condotto delle ricerche pubblicate poi in un libro intitolato Psichiatri: gli uomini dietro Hitler. Questo libro descrive in modo esauriente la ricerca condotta che documenta la più sordida storia sulla psichiatria mai pubblicata.
Nonostante il suo titolo, il libro non descrive solamente gli abusi del passato, ma documenta anche le inconcepibili brutalità commesse ai nostri giorni da alcuni psichiatri tedeschi.
La psichiatria si è forse presa immediatamente responsabilità per gli abusi venuti alla luce nella sua sfera di responsabilità, intraprendendo azioni per porvi fine? No. Ha sollecitato il governo a rivalersi sulle attività degli scientologist, lamentandosi del fatto che questi stavano gettando discredito sulla reputazione della psichiatria tedesca.
Come rispose una volta uno scientologist, il modo per migliorare la reputazione della psichiatria non è quello di zittire i suoi critici, ma di attuare una riforma da tempo attesa e di prendersi responsabilità per il ruolo storico della psichiatria quale strumento di controllo politico. Per tutta risposta, il governo tedesco ha soltanto aumentato i suoi sforzi di zittire la Chiesa di Scientology.
I tedeschi in Italia
È anche un dato di fatto che da tempo, alcuni tra i più accaniti ’critici’ di Scientology in Germania, stanno esportando la propaganda anti-Scientology nel compiacente Sudtirolo: tra questi il Ministro degli Interni bavarese, Günther Beckstein e Renate Hartwig, una bigotta integralista alla quale un tribunale tedesco ha ingiunto di smettere di ripetere informazioni provatamente false. I giudici della Corte d’Appello di Monaco hanno aggiunto che la Hartwig “esemplifica la descrizione fornita nel paragrafo 186 del codice penale relativa alla diffusione di fatti spregevoli.”
Ciò nonostante Dolomiten, il giornale edito dall’europarlamentare della SVP, Michl Ebner, e diretto da suo fratello Tony Ebner, ha amplificato la propaganda tedesca, creando pretestuosamente un allarmismo su Scientology, poco dopo un’importante sentenza emessa in Italia della Corte Suprema di Cassazione, dalla quale Scientology emerge come religione autentica, nel tentativo di riproporre in Italia la linea del governo tedesco. Michl Ebner, contattato dai rappresentanti della Chiesa di Scientology per un incontro chiarificatore, ha rifiutato arrogantemente un incontro tramite la sua segreteria.
Proprio alcune settimane prima della diffusione del rapporto, alcuni parlamentari della SVP e un parlamentare dell’Union Valdotaine, hanno presentato una interrogazione su Scientology proprio al Ministro degli Interni.
Successivamente, sempre l’europarlamentare Michl Ebner, ha invitato in Sudtirolo per una “conferenza” su Scientology, il Ministro Federale del Lavoro Norbert Bluem, soprannominato in Germania “Ministro della Disoccupazione”, per aver creato con la sua politica circa 5 milioni di disoccupati.
Pressioni tedesche?
Sembrerebbe proprio così.
“Essi non ascoltano che il proprio odio”.
Momsenn, Nobel per la pace tedesco nel 1902, ha scritto: “Vi sbagliate se credete che la ragione possa essere di una qualche utilità a questo proposito... Essi non ascoltano che il proprio odio, la propria invidia, i loro istinti infami...”. Si rivolge, come sempre, alle istituzioni democratiche e alla società civile.
Il rapporto del Ministero degli Interni italiano non è un cattivo rapporto nelle sue conclusioni. Purtroppo utilizza e si fa influenzare da fonti tendenziose o false che possono essere definite, come ha fatto Panorama, una “bufala”. Se paragonato a lavori simili in Germania e in Francia, il rapporto italiano rispecchia una resistenza a soccombere agli “istinti infami.”
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