a sai l’ultima sull’Elettroshock? Il Comitato Nazionale di Bioetica ha rilasciato una dichiarazione sul continuo uso da parte della psichiatria di tale “cura” disumana e distruttiva tramite la quale un alto voltaggio di corrente elettrica fatto passare nel cervello della persona, provoca forti convulsioni. Nonostante gli psichiatri che praticano l’elettroshock ammettano essi stessi l’insussistenza di teorie scientifiche che ne giustifichino l’uso, spesso esso viene praticato su persone che stanno vivendo momenti di depressione, in particolar modo su donne e anziani.
Il Comitato Nazionale di Bioetica, dopo aver udito i pareri di esperti, è arrivato alla “decisione” che, a patto che determinati criteri vengano seguiti e che certi limiti vengano rispettati, l’elettroshock può essere praticato, nonostante i pericoli che ne possono derivare. Ma chi sono tali esperti? Il fattore più illuminante riguardo la ricerca svolta dal Comitato Nazionale di Bioetica è che gli unici pareri ascoltati sono quelli di coloro che hanno praticato tale violenta “cura” su altri esseri umani, e non quelli di coloro che ne hanno subito l’esperienza. Perché ignorare le persone che conoscono i veri risultati di tale “cura”?
Un esempio del fatto che il Comitato non ha ascoltato tali pareri, è la dichiarazione di una donna che si era rivolta a uno psichiatra per aiuto dopo che suo marito l’aveva abbandonata lasciandola in uno stato di desolazione. “L’aiuto” che lei ha ricevuto è stato l’elettroshock.
“Sento che l’elettroshock mi ha derubato dell’anima e della volontà e vorrei non essermi mai trovata invischiata con la psichiatria.”
- Vittima di sesso femminile -
Descrivendone i risultati la donna ha raccontato: “Sento che l’elettroshock mi ha derubato dell’anima e della volontà e vorrei non essermi mai trovata invischiata con la psichiatria.” La sua capacità discorsiva era menomata, aveva difficoltà nei rapporti interpersonali, soffriva di perdita di memoria e di molti altri debilitanti e devastanti sintomi. La psichiatria non ha fatto sì che suo marito ritornasse, né le ha fornito aiuto per far fronte al grande travaglio. La “cura” ha semplicemente distrutto la sua abilità di pensare o di ricordare.
Ma tale tragico danno non è cosa insolita.
Un’altra donna, alla quale erano stati praticati sei elettroshock quale “cura” per la depressione causata dalla morte del padre, ha raccontato di aver constatato una perdita irreversibile della memoria, di aver sofferto di tremendi attacchi di panico, mai sperimentati prima di essere sottoposta ad elettroshock e di provare terribili e persistenti emicranie, a distanza di molti anni.
Questa donna ha successivamente creato un gruppo per aiutare altre persone danneggiate dall’elettroshock. Dopo aver parlato con centinaia di vittime, disse che “vi sono continui racconti di terribili perdite di memoria, di completa perdita di fiducia in se stessi, di incapacità nel tornare a praticare una qualsiasi professione, emicranie quotidiane, di tremori ed il costante terrore di dover subire altri elettroshock”.
È appunto la perdita di memoria ciò che permette agli psichiatri di affermare che l’elettroshock allevia la depressione. Ambedue le donne sopracitate avevano validi motivi per sentirsi depresse: la perdita di una persona amata e quindi, una situazione di vita reale, non una “malattia mentale”. La grave perdita di memoria causata dall’elettroshock potrebbe anche far dimenticare ad una persona il motivo della sua depressione ma, alla fine, le ripetute aggressioni al cervello riducono una persona in uno stato permanente di apatia e di veri problemi mentali.
Una donna di Verona, sottoposta a sedute di elettroshock quale cura per anoressia e bulimia, ha raccontato: “Dopo il secondo trattamento, non ricordavo più nulla. Mi avevano detto che avrei riacquistato la memoria, ma così non è stato. Con il terzo elettroshock fu “l’oblio”: il buio totale. Come se quel giorno io non stessi vivendo...”.
Esiste una moltitudine di persone in grado di fornire testimonianze sugli effetti devastanti dell’elettroshock. Perché tali testimonianze vengono ignorate?
I motivi potrebbero essere molteplici, ma come una delle vittime suggerisce, l’elettroshock è stato spesso usato come minaccia di controllo del comportamento o come punizione per scoraggiare denunce di abusi. Quel che ne consegue è che le vittime, quando viene loro richiesto di testimoniare, sono spesso “troppo impaurite da possibili ritorsioni da parte dello psichiatra per dare il loro nome e numero di telefono, anche a distanza di molti anni dal trattamento subito”.
Uno dei motivi di generale accondiscendenza riguardo i pericoli dell'elettroshock è stato svelato da una recente inchiesta. Apparentemente la maggioranza degli italiani è convinta che l'elettroshock nel nostro paese sia proibito e quindi, in disuso da molto tempo.
È un fatto che la frequenza nell'uso dell'elettroshock è diminuita nell'ultimo decennio, ma questa diminuzione rappresenta in parte il tentativo di evitare la controversia derivante dalle denunce di ex vittime e in parte il risultato della crescente tendenza da parte degli psichiatri di sperimentare nuovi antidepressivi.
Ma ora gli psichiatri stanno facendo un'ampia promozione dell'elettroshock quale trattamento alternativo.
E Allora Perché Viene Praticato?
Quali sono le argomentazioni e le teorie avanzate dagli psichiatri per giustificare l'uso dell'elettroshock? Eccole elencate di seguito.
1. Gli psichiatri affermano che “Oggi l'elettroshock è molto diverso dai tempi passati. C'è una specie di avversione su questa terapia, da parte di persone incompetenti, solo perché nei tempi passati venne usato come strumento di tortura. I fatti: L'elettroshock viene usato ancora oggi come strumento di tortura. L'unica differenza è nell'anestesia. Cervello ed elettricità non sono cambiati negli ultimi 50 anni, i danni cerebrali sono identici e il danno provocato al cervello con il “nuovo” elettroshock è identico a quello provocato con il “vecchio” elettroshock.
2. Gli psichiatri affermano che l'elettroshock sotto anestesia è molto diverso: non si sente alcun dolore e le ossa non si spezzano, né si perdono i denti, poiché all'anestetico viene aggiunta una sostanza che impedisce le contrazioni muscolari.
Ma come può un medico o persino uno psichiatra fornire una spiegazione così ipocrita e falsa?
E vero che le vittime non hanno percezione immediata del dolore e che le ossa non si spezzano più. Ma né un anestetico né un rilassante muscolare possono in alcun modo interferire nei danni cerebrali sopra descritti. Il vantarsi del fatto che tale danno viene ora causato senza dolore, è un tradimento dei principi fondamentali della scienza medica.
3. Per tutta risposta gli psichiatri si limitano ad asserire che “l'elettroshock non produce danni cerebrali”.
No? Sono tali che possono essere rilevati comunemente attraverso le autopsie e variazioni elettroencefalografiche. Tale danno è stato dimostrato da molti studi scientifici.
Un documento della CIA, datato 3 dicembre 1951, racconta una versione dei fatti differente. Il documento, resoconto di esperimenti segreti di controllo della mente fatti della CIA, fa riferimento a “uno psichiatra di chiara fama” e ad “un'autorità in materia di elettroshock”. Secondo tale autorità, “la macchina per elettroshock standard... aveva prodotto il normale trattamento di shock elettrico (convulsioni incluse) con amnesia dopo un certo numero di trattamenti... un individuo potrebbe essere ridotto gradualmente allo stato di vegetale tramite l'uso dell'elettroshock”.
4. “I danni sono solo temporanei”.
I fatti: Autopsie praticate su persone decedute vent'anni prima, hanno rilevato danni causati al cervello dall'elettroshock.
Vari studi scientifici hanno rilevato che il tipo di danno cerebrale causato dall'elettroshock è identico a quello che avviene nei pugili. Come per i pugili il danno è molto casuale: alcuni diventano presto inebetiti, altri arrivano in questa condizione solo dopo una lunga carriera.
5. Quando vengono messi di fronte ai pericoli dell'elettroshock, gli psichiatri di solito si difendono rispondendo che, anche tenendo in considerazione i rischi da esso rappresentati, l'elettroshock può essere un'estrema soluzione per “proteggere” le persone con istinti suicidi.
I fatti: Uno degli studi scientifici più importanti citato dagli psichiatri a difesa dell'elettroshock è quello della “Mortalità nei pazienti depressi trattati con la terapia elettroconvulsiva e gli antidepressivi” di D. Avery e G. Winocur, pubblicato nel 1976. Anche in tale rapporto “pro-elettroshock”, però, si ammette che “in base allo studio svolto, i trattamenti praticati non si sono dimostrati di alcuna efficacia nel diminuire i suicidi”.
La Truffa “Elettro-Shock” Continua...
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