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Diritti dell’Uomo


La crisi si diffonde

Mentre sporadici conflitti avvenivano in Croazia, le rivalità etniche stavano crescendo nella vicina Bosnia-Erzegovina, dove nel 1991 a Sarajevo, Raskovic poneva Radovon Karadzic a capo del Partito Democratico Serbo in Bosnia.

Karadzic era stato uno studente di Raskovic in psicologia di gruppo a Zagabria, tra il 1988 e il 1989, e suo apprendista politico. Karadzic proclamò pubblicamente, in un’intervista nel 1991, di essere influenzato ideologicamente da “sopra chiunque altro, Jovan Raskovic.”

I problemi si diffondono

Come Raskovic, Karadzic era specializzato in psicologia di gruppo e in paranoia. E, come Raskovic e altri intellettuali e politici serbi, aveva partecipato alle cene esclusive tenutasi a Belgrado nelle ville di Milosevic e di altri leader politici, nel corso delle quali avvenne la pianificazione della Grande Serbia.


“L’infelicità della Bosnia-Erzegovina è ancora una volta causata da uno psichiatra: il dottor Radovan Karadzic”

— Giornale bosniaco
Glas Slavonije

 

Karadzic, assieme a Raskovic, avviarono una sistematica campagna per instillare il terrore nella minoranza serba della Bosnia-Erzegovina a partire dal 1991, organizzando una serie di incontri pubblici a cui partecipavano migliaia di serbi, ai quali veniva raccontato di supposte “minacce” e della pianificazione del loro genocidio da parte dei musulmani bosniaci. Nel corso di un’assemblea nazionale in Bosnia nel settembre del 1991, Karadzic tenne un agghiacciante discorso che lasciava intravedere l’imminente genocidio nei confronti degli islamici locali. “I musulmani devono fare attenzione a quel che fanno,” ammonì, “perché potrebbero benissimo scomparire”.

Sotto la leadership di Karadzic, i campi di concentramento - i cui prigionieri, secondo le cronache del Los Angeles Times del 26 luglio 1995, sembrano “stranamente simili alle vittime riprese nelle famose fotografie dei campi di concentramento nazisti che vennero salvati mezzo secolo fa” - e le sistematiche violenze sessuali sulle donne, hanno costretto alle popolazioni non serbe a fuggire dalla Bosnia.

“È iniziato un nuovo trend”

Mentre Karadzic era salito nei ranghi in Bosnia, Slobodan Milosevic aveva raggiunto il potere in Serbia. Dopo la sua elezione a presidente della repubblica avvenuta nel 1989, egli aveva trasformato il partito comunista serbo nel nazionalista partito Socialista. era solo questione di mesi affinché le rivalità etniche colpissero l’ex-Jugoslavia e scoppiasse la prima guerra aperta nella regione.

In un’arrogante rivendicazione dell’ordine del giorno di cui egli era il principale autore, Raskovic aveva dichiarato in Una nazione impazzita che “Milosevic non è stato il promotore degli eventi che stanno accadendo nel nostro paese, ma solo uno strumento. I motivi sono stati nascosti in profondità. Tali motivi sono stati concentrati in un nucleo di sensazione di paura, che non era esploso. Questo nucleo aveva perso la sua conchiglia e questo è tutto. Questa conchiglia è scomparsa.

“Gli attriti interni sono diminuiti, la sensazione di colpevolezza se ne è andata ed un nuovo trend è iniziato. Il trend contrario,” aveva proclamato.

Dopo aver già sfruttato le paure della minoranza serba in Kosovo nel corso della sua ascesa al potere, non passò molto tempo prima che Milosevic espandesse le sacche di tensione sino a renderle un baratro di diversità etniche e odio continuando a diffondere il concetto che la minoranza serba era “minacciata” dall’etnia albanese.

Come ha dichiarato Raskovic in una intervista televisiva dopo che Milosevic era stato eletto presidente, “Milosevic è il risultato del lavoro di coloro che hanno ridato la coscienza al popolo serbo.”

Teorie che sopravvivono

Ostilità sporadiche andavano aumentando in tutta la regione jugoslava, e nel 1992 lo scenario era pronto per una scarica di tensione su vasta scala accesa da Raskovic, Karadzic e Milosevic.

Due mesi dopo l’agghiacciante annuncio di Raskovic alla televisione Yutel dichiarando la responsabilità per “i preparativi per questa guerra” in termini di “sollecitazioni emotive del popolo serbo”, scoppia la guerra in Bosnia-Erzegovina. E il caos si diffonde. Pochi mesi dopo, Raskovic muore a Belgrado a seguito di un attacco cardiaco. Con la sua morte, Karadzic diventa il leader dei serbi bosniaci.

Il 25 luglio 1995, Karadzic viene formalmente incriminato dal Tribunale per i Crimini di Guerra delle Nazioni Unite per crimini contro l’umanità. Sino ad ora si è sottratto alla giustizia.

Nel maggio 1999 anche Milosevic è stato incriminato dal Tribunale per i Crimini di Guerra. Se il precedente può dare delle indicazioni, l’incriminazione farà poca differenza nei Balcani, a meno che egli e altri fornitori di miseria e morte non verranno effettivamente processati.

Mentre le attuali azioni politiche dell’occidente tendono a fermare violenza ed ulteriore miseria nei Balcani, queste non ne impediranno il ripetersi in futuro. Non renderanno nemmeno minimo il pericolo nei confronti non solo dei musulmani, dei croati e dei bosniaci, ma dei serbi stessi. Si trattava, dopotutto, della stessa teoria psichiatrica fondamentale di superiorità razziale che gli ustascia croati avevano appreso dagli eugenisti nazisti durante la seconda guerra mondiale, per annientare i serbi in quanto uno dei diversi gruppi etnici “inferiori”.

È importante tenere a mente che non è la prima volta che gli psichiatri hanno manipolato forze politiche per eseguire i loro piani.

Un lascito

L’ultima volta che le bombe sono piovute su Belgrado, erano gli aerei di Hitler che le avevano lanciate. Ma a differenza dei recenti tentativi di fermare il genocidio, l’attacco nazista era stato lanciato per farlo progredire.

Dopo l’invasione nazista della Jugoslavia avvenuta nel 1941, i fascisti alleati all’Asse crearono uno “Stato Indipendente della Croazia”. I programmi di “purezza razziale” sono stati responsabili della morte di 600.000 serbi, ebrei, zingari ed altri gruppi etnici. Ispirati dal Führer, i croati hanno commesso le atrocità che i fanatici serbi hanno recentemente usato per giustificare i loro stessi crimini.

Ma Hitler stava egli stesso seguendo una visione macabra già delineata da altri prima di lui. Hitler non ha creato i famosi “dottori della morte”. Piuttosto, egli stesso è stato creato da loro.

E le teorie psichiatriche che hanno generato il movimento dell’igiene razziale negli anni ’30 non si sono concluse con la seconda guerra mondiale. Giacciono ancora al centro della psichiatria “moderna” aspettando che dei Raskovic, dei Karadzic e dei Milosevic le mettano in pratica.

Quindi il pericolo principale non deriva dagli eserciti e dai politici, ma da coloro che esaltano la credenza che alcuni esseri umani siano “una vita che non valga la pena di vivere.”


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