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Le due facce della libertà religiosa
 
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DIRITTI DELL OUMO


La battaglia perdente contro i DIRITTI UMANI
Mentre si moltiplicano in Italia e nel mondo le iniziative per diffondere ed applicare i principi dei diritti umani e della libertà religiosa, una piccola fazione combatte tenacemente la sua isolata – e perdente – battaglia per prevenire un importante cambiamento nel corso della storia.

 È
evidente che il pluralismo religioso sia ancora considerato una novità in Italia. L’intesa con i testimoni di Geova e con i buddisti sono i primi di tali riconoscimenti dopo cinque anni.

Sino a non molto tempo fa, i segni di pluralismo più evidenti al grosso della popolazione si limitavano ai dibattiti sull’ora di religione o all’ovvia integrazione religiosa causata dal fenomeno migratorio nel nostro paese.

Molto meno evidente alla maggior parte degli italiani appare un’altra tendenza: la minore influenza di gruppi e individui che hanno cercato di forzare il “singolarismo” religioso al di sopra del concetto di una società democratica e pluralistica. La loro decrescente presenza e potere sono una testimonianza di cosa le autorità in materia di diritti umani intendono sia una nuova era ed un futuro ottimistico per i diritti umani nel nostro paese.

Comunque, come anche tali autorità riscontrano, esistono ancora gruppi ed individui che cercano di distruggere la libertà religiosa, sotto forma di gruppi “anti-sette”, i loro pochi sostenitori, consiglieri psichiatrici che tradizionalmente sono contro la religione, e giornalisti apologeti; tali elementi ed il loro modus operandi deve essere identificato e riconosciuto da una popolazione informata e consapevole.

Il metodo primario usato da tali fazioni antireligiose è quello di diffondere dicerie infondate e accuse diffamatorie sulle minoranze religiose, avvantaggiandosi di alcuni giornalisti che, avidi di notizie e cronache sensazionalistiche, contribuiscono, amplificandolo, alla creazione di un clima allarmistico nella popolazione. Ciò viene frequentemente seguito da un’azione legislativa o politica, in reazione a ciò che i politici erroneamente interpretano come “sentimento pubblico”.

“Ortodossia” arbitraria

Lo psichiatra Mario Di Fiorino (alto) e l’americano Steve Hassan (sopra) sono tra gli antireligiosi che promuovono intolleranza e persino violenza contro membri di minoranze religiose.

La linea è sempre quella: i gruppi e i leader antireligiosi, che hanno nella mancanza di rispetto dei diritti e delle credenze di altri il loro punto in comune, stabiliscono ’l’ortodossia’ per definire ed accentuare di conseguenza la diversità – e quindi la pericolosità – delle minoranze che si discostano da quella arbitraria ortodossia. Sulla scorta, quindi, di questo allarme, sfruttando la nostra naturale paura dello sconosciuto, dai movimenti ’anti-sette’, si caldeggiano e propongono nuove leggi per isolare e perseguire le minoranze (“diversità”) religiose. Le nuove leggi si basano pressoché in modo esclusivo sulla reintroduzione del plagio, una legge fascista già abrogata perché ritenuta anticostituzionale.

Uno di questi gruppi è il Gruppo Ricerca e Informazione sulle Sette (GRIS). È lo stesso direttore, Giuseppe Ferrari, che lascia intendere, in un’intervista al settimanale cattolico Jesus del settembre 1998, come i diritti garantiti a tutti i cittadini in materia di libertà religiosa e di coscienza non possano essere validi per tutti, in quanto concedono spazio alle minoranze religiose – quindi, il suo indirizzo e la sua strategia è dare il via a ’leggi particolari’ per colpire le minoranze religiose – distruggendo di conseguenza la libertà religiosa di tutti.

Il GRIS e il suo vicino gruppo antireligioso ARIS (Associazione Ricerca e Informazione sulle Sette), si affidano completamente anche a speciose diatribe sulla manipolazione mentale, un soggetto ripetutamente considerato non scientifico dalle vere autorità in questo campo.

Le teorie sul plagio e la “manipolazione mentale” partono da psichiatri che hanno avuto il ruolo di architetti, mentori o consiglieri di cause antireligiose. Il coinvolgimento psichiatrico ha a che fare con fondamentali differenze filosofiche con la religione. La psichiatria assegna la natura dell’uomo e dell’universo a cause materialistiche che possono essere manipolate con droghe, alti voltaggi di elettricità, oppure tagliando o rimuovendo parti di cervello; la religione si appella al sé spirituale, una fede duratura in un essere supremo o verità superiore, e l’aspirazione di aver un contatto con ed emulare il divino in tutti gli aspetti della propria vita.

Pulizia religiosa a Roma

Storicamente e in linea di principio, un’industria psichiatrica arrogante gravita verso le minoranze religiose viste come una minaccia allo status quo e in grado di fornire un rinnovato senso di spiritualità all’uomo.

Negli anni del totalitarismo della Russia, dove agli psichiatri veniva garantito un considerevole potere, la psichiatria era uno strumento importante dello stato, a braccetto con la distruzione della religione, per assicurarsi che la popolazione non osasse seguire dei maestri diversi dallo stato.

È un fatto storicamente accertato che gli psichiatri e le loro teorie avevano fortemente influenzato Adolph Hitler nella persecuzione delle minoranze etniche e religiose nella Germania nazista, sfociata nella risoluzione finale e nell’Olocausto.

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CREATO L’ALLARME E SFRUTTANDO LA NOSTRA NATURALE PAURA DELLO SCONOSCIUTO, SI PROPONGONO NUOVE LEGGI PER ISOLARE E PERSEGUIRE LE MINORANZE (“DIVERSITÀ”) RELIGIOSE.
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Negli anni ’80 e ’90 sono state le minoranze nei Balcani a soffrire dei nefasti effetti dell’ideologia di psichiatri come Jovan Raskovic e Radovan Karazdic, e di quello che si dice sia stato un loro paziente, Slobodan Milosevic (vedi anche Diritti dell’Uomo Vol. XI, n. 15)

Queste teorie psichiatriche sull’uomo e la religione permeano i gruppi antireligiosi.

Era quindi in questa linea la proposta del presidente del GRIS, Mons. Lorenzo Minuti, di una sorta di pulizia religiosa in Italia.

In un’intervista rilasciata a Repubblica il 1 dicembre 1996, Minuti annuncia la formazione dei ’Centri pigreco’, ’centri ecologici della fede: una specie di corpo sanitario articolato in zone già colpite o minacciate dal contagio [delle minoranze religiose].’ Una sorta di ’pulizia religiosa’, e non in Bosnia o nel Kosovo, ma proprio a Roma, a due passi dal Vaticano.

Metodi abusivi, violenti

Pur di contrastare i gruppi minoritari, il GRIS è disposto a sostenere i famigerati deprogrammatori (o per usare un moderno eufemismo gergale, “Consulenti di uscita” o altri nomi ingannevoli). Lo scopo della deprogrammazione è una de-conversione forzata di individui con cui si è in disaccordo circa la sua scelta religiosa. La pratica è nota per comprendere abusi fisici e verbali, rapimento e violenza; i deprogrammatori americani, paese di origine di questa pratica, sono stati largamente spazzati via o arrestati a seguito di un’ondata di arresti e processi all’inizio degli anni ’90.

I deprogrammatori americani che erano riusciti ad evitare i fendenti delle autorità degli Stati Uniti hanno esportato la loro merce in altri paesi dove il clima era più conveniente per le loro pratiche e la loro assenza di rispetto dei diritti degli altri di adorare liberamente.

Il convegno del GRIS svoltosi a Roma nel novembre del 1999 presso la Sala Conferenze del quotidiano Il Tempo presentava la traduzione italiana del libro dell’americano Steven Hassan, già pubblicato negli Stati Uniti nel 1988.

Hassan, dopo una breve partecipazione alla Chiesa dell’Unificazione all’inizio degli anni ’70, ha avviato una serie di sistematici attacchi nei confronti di una miriade di gruppi religiosi, come la sua personale carriera di deprogrammatore per profitto personale. In realtà, persino una ricerca superficiale rivela che egli è solamente un terrorista antireligioso senza alcun addestramento o esperienza nel campo della religione. Contrariamente a ciò che afferma nel suo libro, Hassan è un deprogrammatore professionista, con documentate attività di condurre e condonare deprogrammazioni brutali, violente, ingiuriose e coercitive.

“Quando cercai di scappare dai miei rapitori,” ha testimoniato una delle vittime di Hassan in una dichiarazione giurata, “mi hanno afferrato per le braccia e scagliato a terra. Questo ha causato che sbattessi contro il pavimento con il mento e la guancia. Ciò mi ha procurato un taglio all’intero del labbro inferiore e graffi sul mento e sulla guancia destra ... Nei primi tre giorni del mio rapimento, sono stato tenuto legato. Steven Hassan e Ellen Lloyd si avvicendavano nella mia deprogrammazione in modo che non potessi dormire.” La circolazione del sangue nelle mani della vittima era così limitata a causa di forti legacci che diventarono presto molto gonfie e violacee. Non veniva lavato o sbarbato. “Se aiutato, ero in grado di orinare in un vaso,” ha scritto.

La testimonianza ha prodotto a Steven Hassan un tale incubo di relazioni pubbliche ed ha così tanto danneggiato la sua credibilità negli Stati Uniti che in seguito provò a far spergiurare la sua vittima, chiedendogli di firmare una nuova “testimonianza” scritta dallo stesso Hassan per modificare la verità. Ma si rifiutò di farlo.

Hassan, ricercato da altre vittime dei suoi violenti metodi di deprogrammazione, ha cercato di fare affari in Giappone e nei paesi europei, sperando che il suo passato potesse magicamente svanire al di qua dell’oceano.

Una posizione perdente

L’uso di tali fonti screditate mostra fin dove gli antireligiosi si spingeranno in Italia per creare un’apparenza di sostegno alle loro idee, che comprendono la reintroduzione del ripugnante reato di plagio.

Si fa anche un grande uso degli apostati che vengono manipolati per adottare pensieri intolleranti e odiosi sulla loro precedente religione.

Lo psichiatra Mario Di Fiorino, coautore di una ricerca curata dal GRIS, assieme alla psicologa Anna Maria Veggetti e Eugenio Fizzotti, direttore dell’Istituto di psicologia dell’Università Pontificia Salesiana, si avvale dei cosiddetti ’fuoriusciti’ per sostenere le tesi che mirano sempre alla reintroduzione del plagio e di leggi speciali basate sulla ’manipolazione mentale’.

La sua partecipazione a questa ricerca che fornisce una visione orwelliana della società contemporanea in materia di scelte religiose, non stupisce.

Ciò che emerge dall’articolo pubblicato da Jesus è una posizione speciosa: in poche parole, coloro che aderiscono ad una religione diversa dalla cattolica romana sono potenzialmente plagiati, psichicamente deboli e quindi ce ne si può approfittare. Questa posizione isolata, oltre ad essere contraria allo spirito del messaggio papale del Giubileo, per non parlare della posizione di tolleranza espressa dal Concilio Vaticano II, ha un altra seria falla.

Non menziona, ovviamente, noti casi di “fuoriusciti” cattolici, che portano le stesse accuse, criticismo e lamentele che il GRIS promuove contro le fedi non cattoliche.

La posizione è semplicemente perdente, nella quale nessuno vince: una battaglia contro un crescente pluralismo e una società democratica dove tutte le religioni possono coesistere pacificamente.
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