Maratona attraverso otto paesi europei per contribuire a porre fine alla divisione in campo religioso e etnico
orrendo per 7000 chilometri attraverso l’Europa l’autunno scorso, atleti italiani e di altri sette paesi europei hanno portato un messaggio di tolleranza e unità alle Nazioni Unite a Ginevra per sostenere la causa dei diritti umani.
Gli atleti si stavano già preparando alla corsa simbolica, la quarta Maratona Europea annuale per i Diritti Umani, quando si verificò l’attacco terroristico in America l’11 settembre. Gli organizzatori e i sostenitori della maratona, della Chiesa di Scientology, cristiani, ebrei, buddisti e musulmani, e le organizzazioni per i diritti umani, tra cui la Fondazione per la Tolleranza Religiosa e gli Amici delle Nazioni Unite, hanno ritenuto la maratona e il suo messaggio più importante che mai.
“Ora più che mai tutte le religioni e le persone di buona volontà devono unirsi per la tolleranza e per la pace”, ha detto Andrik Schapers, un portavoce della maratona. “Gli atti di violenza hanno origine da atti di intolleranza, dove un fanatico sparge odio tra i molti. Le religioni del mondo devono costituire un esempio di pace, fratellanza e forza.”
Gruppi di atleti dall’Italia, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Germania, Svizzera, Francia e Spagna hanno preso parte alla maratona. Ogni gruppo nazionale ha preso il via nel suo paese - il gruppo ungherese è partito per primo il 25 settembre da Budapest - e si è diretto a Ginevra, dove si è unito agli altri l’11 ottobre.
Gli atleti italiani, così come tutti quelli che hanno preso parte alla maratona, hanno portato una petizione firmata da religiosi, associazioni per i diritti umani e leader della comunità, da consegnare all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani al loro arrivo a Ginevra. La petizione esorta “tutte le religioni e le persone di buona volontà a lavorare insieme per la causa della pace, dell’unità, della tolleranza e della solidarietà, principi insiti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.”
Gli atleti hanno portato anche materiali educativi scritti in collaborazione con l’organizzazione non governativa Amici delle Nazioni Unite, che insegna ai bambini la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La maratona ha indetto una gara europea per la gioventù, il cui argomento erano i diritti umani e che prevedeva la premiazione dei migliori saggi scritti; i ragazzi divenuti finalisti lungo il percorso competevano per il premio finale: un viaggio a Ginevra in occasione dell’arrivo della Maratona l’11 ottobre.
Sostegno da Milano e Torino
Il gruppo italiano di otto atleti è partito da Milano, dove centinaia di cittadini con bandiere nazionali e 600 palloncini bianchi, rossi e verdi, hanno salutato la partenza.
Al via c’erano anche 60 bambini con bandiere delle nazioni europee. I bambini avevano anche partecipato alla gara di saggistica sui diritti umani e la vincitrice, Stefany Di Leva, è stata presentata al pubblico ed ha ricevuto una pergamena dagli artisti Elena Roggero e Michel Altieri (del musical “Rent”, scelto dal Maestro Pavarotti).
Gli atleti sono poi partiti per Torino, la prima tappa importante del loro viaggio. Là hanno ricevuto un benvenuto spettacolare dai cittadini e dalle autorità civili e religiose nella piazza antistante Palazzo Carignano, sede del primo parlamento italiano.
Oltre alle bandiere di Italia e di altre nazioni europee che adornavano il palcoscenico allestito nella piazza, il campione maratoneta Walter Durbano ha portato la bandiera speciale dell’organizzazione cattolica Sermig, Servizio Missionario Giovani, Imprestata per l’occasione dal suo presidente e fondatore, Ernesto Olivero.
La cerimonia si è aperta con il coro della locale Chiesa di Scientology, che ha cantato la canzone “Colors”, scritta appositamente per la Maratona Europea 2001. Dignitari e rappresentanti di diverse religioni hanno poi salutato gli atleti. Essi hanno sottolineato l’importanza delle istituzioni che hanno partecipato alle dimostrazioni per i diritti umani, soprattutto in questo momento, in cui l’unità e la solidarietà devono essere sostenute per aumentare la comprensione tra i diversi popoli e religioni.
Torino manda un messaggio di unità
Tra coloro che si sono rivolti agli atleti e alla folla di centinaia di persone a Torino vi era l’Onorevole Giorgio Merlo, che ha espresso l’augurio che iniziative come la Maratona siano ripetute in futuro.
Il Consigliere Regionale, Rosanna Costa, ha ricordato al pubblico che la Regione Piemonte è allineata agli ideali della Maratona Europea e da molto tempo si impegna in attività a sostegno dei diritti umani, mentre il Consigliere Regionale Carmelo Palma ha posto l’attenzione sul fatto che spesso i diritti umani vengono trascurati, creando situazioni pericolose, come in Francia, dove una legge repressiva discrimina pesantemente le minoranze religiose.
Francesco Proietti Ricci, Presidente della Lega Interregionale per i Diritti Umani, ha salutato gli atleti e con l’avvocato Bruno Segre, direttore della rivista L’Incontro, ha ringraziato la Chiesa di Scientology per aver organizzato la Maratona Europea 2001.
Tra i molti altri che hanno portato i loro messaggi di sostegno, vi erano Lucia Centillo, Consigliere del Comune di Torino, e Angelo Magrini, presidente e fondatore dell’Associazione Nazionale Politrasfusi.
“È tempo di darsi da fare a sostenere la fratellanza e i diritti umani”, ha detto Magrini, aggiungendo che partecipava per dare il suo appoggio alla Chiesa di Scientology e per confermare che continuerà sempre a darlo.
Simili saluti e testimonianze sono stati offerti dal sindaco di Vidracco, da Gino Ventura, Federazione Mondiale delle Famiglie per la Pace, dal Pastore Michele Di Lascio, Chiesa Evangelica Internazionale, Coboldo, della comunità Damanhur, Ibrahem Younes, Editore della rivista “Gente” Mohammed Buossetta, Presidente Amece (Association Maison Education et Cultures de l’Enfante) e altri.
Sono stati ricevuti telegrammi di auguri per il successo della Maratona anche da altre personalità, il Presidente Regionale del Consiglio, Roberto Cota.
Lasciata Torino, gli atleti hanno proseguito per Ginevra, incontrando continue dimostrazioni di solidarietà per la loro impresa e per il significato del loro viaggio. Dozzine di autorità hanno firmato la petizione per i diritti umani portata dagli atleti, inclusi i rappresentanti del Sermig e della Polizia Municipale di diverse città.
Conclusione a Ginevra
Al confine svizzero, la squadra italiana ha raggiunto gli atleti svizzeri, ai quali hanno simbolicamente passato la torcia che avevano portato dalla partenza a Milano, alcuni giorni prima.
Gli atleti italiani e svizzeri hanno corso fino a Ginevra, dove si sono incontrati con le altre squadre nazionali della maratona, che, nel frattempo, erano arrivate. In una manifestazione al famoso President Wilson Hotel sulla Piazza delle Nazioni Unite, gli atleti sono stati raggiunti da autorità provenienti dalla Svizzera, una schiera di organizzazioni europee e internazionali affiliate alle Nazioni Unite nel loro compito di pace e salvaguarda dei diritti umani, e funzionari di ambasciate permanenti alle Nazioni Unite.
Tutti i partecipanti hanno salutato gli atleti e hanno unito la loro voce a sostegno del messaggio e dello scopo della maratona.
Gli organizzatori della Maratona hanno anche annunciato i tre vincitori della gara europea di saggistica sui diritti umani, che sono arrivati a Ginevra a ricevere il loro premio.
“Sarebbe ottima cosa se tutti fossero liberi, ma, se anche i criminali fossero liberi, questo potrebbe causare dei problemi, come è successo con la distruzione del World Trade Center e del Pentagono”, ha scritto l’ungherese Gabor Stefanek, di 10 anni, vincitore del premio. “La libertà dovrebbe sempre essere usata a fin di bene. Ma molte persone buone sono private della loro libertà. I diritti umani sono violati in molti paesi e le persone là non sono felici. Spero che voi siate liberi e felici.”
Gli organizzatori della gara hanno detto che continueranno le loro azioni per incoraggiare gli uomini e le donne di tutte le religioni e gruppi etnici, in tutta Europa, a contribuire al ripristino dei valori democratici tradizionali, in particolare la libertà di coscienza, credo e associazione, e a rendere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani una realtà viva per tutti.
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