11 settembre milioni di persone di tutto il mondo guardavano spaventate e sgomente le immagini trasmesse da tutte le televisioni, che mostravano l’attacco terroristico al cuore di New York. Era difficile credere che non stavamo guardando un film. Non era “Independence Day” stava accadendo veramente.
Si è detto che la nostra vita è cambiata quel giorno – anche per coloro che vivono a migliaia di chillometri dal luogo della catastrofe. Ci siamo chiesti dove, o che cosa, ci porta questa nuova guerra, in che modo influenzerà il futuro dei nostri figli, per non parlare della loro vita presente. E molti di noi si sono chiesti: “Cosa posso fare io ora, come posso fare la differenza?”
Come potete vedere in questa edizione di Diritti dell’Uomo, ci sono stati molti esempi di aiuto, di cooperazione, da parte di persone di ogni ceto sociale, nelle azioni di soccorso nell’area del World Trade Center. E come per altri eventi tragici, nasce una sorta di solidarietà e fratellanza, che oggi si stringe particolarmente attorno agli eroici pompieri di New York caduti al Ground Zero. Ieri, le catastrofi ci facevano sentire vicini ad altri, come ad esempio la popolazione del Vajont, o Firenze, la gente del Piemonte, o le vittime dei terremoti del Friuli o della Sicilia.
Sono le minacce alla sopravvivenza comune, come quelle, che spingono i cittadini ad essere più solidali e unirsi nell’azione. Ma il terrorismo o le catastrofi naturali non sono certamente le uniche. Ci sono altri attacchi alla nostra civiltà che sono ben più subdoli ed hanno luogo a pochi isolati da casa nostra o si insinuano perfino nelle nostre case: la droga, la violenza, il crimine, l’immoralità, l’analfabetismo – minacce che diventano sempre più evidenti e tangibili.
Una società indebolita e debilitata a causa di tali mali non è in grado di rispondere adeguatamente ad eventi mondiali come quelli innescati l’11 settembre, ed è probabile che crolli sotto il peso dell’intolleranza, della criminalità, della guerra – così come sono crollate le nostre certezze e la sicurezza del nostro futuro col crollo delle Torri Gemelle, che sono svanite davanti ai nostri occhi.
Solo con un attacco multiculturale, multi-istituzionale a questi mali, possiamo portare la nostra società e civiltà a un livello tale da garantire sopravvivenza a lungo termine e felicità per le generazioni future.
Noi, alla Chiesa di Scientology in Italia, riteniamo che la minaccia peggiore a quel futuro è rappresentata dalle droghe.
Gli scientologist sono noti per essere un gruppo libero dalle droghe al 100% e per decenni si sono prodigati in programmi sociali rivolti alla soluzione del problema droga, raggiungendo centinaia di migliaia di giovani con grosse ed efficaci campagne di prevenzione, attraverso la distribuzione di pubblicazioni informative, incontri e conferenze nelle scuole, concerti e altre iniziative. Parliamo di alcune di queste attività nelle pagine di questo numero, come già abbiamo fatto in precedenti edizioni di Diritti dell’Uomo.
Unendo gli sforzi e lavorando assieme, gruppi e individui di tutte le comunità sociali, ciascuno portando soluzioni, possiamo risolvere i problemi e le minacce di oggi. Il nostro futuro e quello dei nostri figli dipende da questo.
Come sempre, i vostri commenti e le vostre opinioni sono ben accetti.
|