n un unico concerto a Vienna, patrocinato dall’Ambasciatore degli Stati Uniti, il virtuoso del jazz Chick Corea ha dimostrato con facilità il motivo della sua inossidabile popolarità in tutta Europa.
Corea ha eseguito, con la sua mitica band, sue composizioni e classici di Ellington, Thelonious Monk e Bud Powell. In molti dei pezzi Corea si è avvalso del supporto di vocalist del livello di Gayle Moran e Mark Janicello.
Ospiti alla residenza ufficiale dell’Ambasciatrice Kathryn Walt Hall, anche membri del Parlamento, rappresentanze governative a livello ministeriale, organizzazioni religiose e di diritti umani e nomi di spicco del mondo della musica. Presenti alla manifestazione anche critici musicali e della cronaca dei principali mass media.
Il concerto di Chick Corea è stato patrocinato dal Dipartimento di Stato americano nell’ambito di un’iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della libertà nel campo dell’arte e della religione in tutti i paesi del mondo.
“L’uomo, per essere veramente felice, deve essre libero” - ha detto Corea. “Il jazz, e in realtà tutte le forme d’arte, ci hanno sempre regalato le espressioni di libertà più dirette e più estetiche. La musica e l’arte sono il linguaggio universale del genere umano: un tipo di comunicazione che può essere recepita e gustata dalla gente di tutto il mondo.”
“Il nome del concerto ’Tributo alla Libertà’ è anche un tributo a coloro che, grazie alla loro vigilanza e coraggio, rendono possibile la libertà di fede e di espressione”, ha detto Corea.
Questro grande del jazz è un oratore eloquente su questo soggetto, essendo stato egli stesso oggetto di discriminazione. “Faccio il musicista a livello professionale sin dagli anni ’60. Viaggio per il mondo componendo, esibendomi e insegnando musica”, ha detto. “Per la prima volta nella mia intera carriera, nel 1993, mi è stato negato il diritto di suonare la mia musica in Germania a causa della mia fede personale.”
Corea, da lungo tempo membro della Chiesa di Scientology, non è stato l’unico a fare esperienza di discriminazione in Germania: anche ad altri artisti è stato negato il diritto di esibirsi, il loro lavoro è stato boicottato e hanno subito minacce, intimidazioni e umiliazioni.
“Prima viene negato il diritto di un jazzista di esprimere la sua arte. E poi a chi toccherà? Ai romanzi di uno scrittore ebreo? Alla mostra di un pittore buddista? Alle poesie di un Testimone di Geova?” Corea ha detto di essere sempre stato consapevole del fatto che sia solo una piccola minoranza ad istigare l’intolleranza e che continuerà ad esibirsi in Germania e a incoraggiare la gente al rispetto della libertà e dei diritti umani.
Il concerto ha avuto un successo incredibile, sia da un punto di vista musicale che nel contribuire a promuovere il rispetto e la comprensione tra persone di differenti fedi.
Funzionari di Berlino applaudono l’iniziativa
Il concerto di Vienna è stato il secondo tenuto su invito del governo degli Stati Uniti. Il giorno prima Corea si era esibito nel celebre Traenenpalast (Palazzo delle Lacrime) di Berlino. Anche qui, come a Vienna, erano presenti autorità governative, mass media, leader della comunità e rappresentanze di gruppi religiosi e di diritti umani.
Il concerto al Traenenpalast è stato presentato ufficialmente dall’addetto alla cultura dell’Ambasciata americana in Germania, Mark Dillon, che ha sottolineato il supporto del Dipartimento di Stato americano alla libertà di espressione artistica, esprimendo la sua totale solidarietà al diritto di Chick Corea di esibirsi a Berlino e augurandogli di potervi presto ritornare.
Dalla risposta avuta dal concerto di Berlino e da quello di Vienna all’Ambasciata, non ci sono dubbi che Corea sarà più che benvenuto in entrambi i paesi. Il quotidiano “Berliner Zeitung” ha scritto: “Il maestro ha suonato tutti i generi ... fusion, free jazz, latino, classico - sembrava che Chick Corea potesse creare ogni tipo di musica, a suo piacimento.” Ed è apparso ovvio che molte persone, sia in Austria che in Germania, sono stanche di aggressioni politiche alla libertà di espressione artistica e religiosa e che preferiscono osservare da sé e trarre le proprie conclusioni riguardo le differenti fedi esistenti.
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