UN TRAGICO TRIBUTO
Il Direttore della Clinica di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Neuroscienze di Cagliari (a sinistra), dopo un sondaggio circa 150 domande (sopra) ammette che tra i numerosi bambini con diagnosi di Disturbo da Deficit di Attenzione e di Iperattività (ADHD), circa due terzi di essi ricevono psicofarmaci.
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In Italia, si stima che l’attuale numero di scolari sottoposti a test per determinare l’ADHD è nell’ordine delle migliaia. Queste sono cifre allarmanti e con più dei due terzi che ora ricadono sotto questa diagnosi sarebbe saggio dare uno sguardo alle conseguenze. Qual’é la situazione in altri paesi in cui questo progetto è andato oltre la fase del test?
Usando il modello americano della diagnosi di ADHD negli ultimi venticinque anni si può intravedere l’entità della tragedia che potremmo dover affrontare nel nostro paese.
Nel 1975, 150.000 bambini americani furono drogati per “curare” un disturbo allora scarsamente noto, classificato semplicemente come “iperattività”. Nel 1997, il numero di bambini a cui era stato diagnosticato questo disturbo era salito a 4,4 milioni e le stime attuali si aggirano intorno ai sei milioni!
Come molti genitori hanno constatato sulla loro pelle la cosa peggiore da fare è ignorare il loro proprio istinto ed affidarsi alla propaganda psichiatrica. Oltre al rischio di trasformare il proprio figlio in un tossicodipendente per la vita, esistono anche pericoli fisici.
A sette anni, Matthew Smith; uno scolaro americano, ricevette dalla sua scuola una diagnosi di ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività). Ai genitori fu detto che il bambino doveva prendere una sostanza stimolante che l’avrebbe aiutato a concentrarsi. Inizialmente i genitori di Matthew erano riluttanti, ma si sentirono dire che se si fossero rifiutati avrebbero rischiato una denuncia per negligenza nei confronti delle esigenze emotive ed educative del figlio. “Io e mia moglie eravamo molto spaventati dalla possibilità di perdere i nostri bambini rifiutando le disposizioni della scuola”, ha detto Lawrence Smith, padre di Matthew. Quando fu detto loro che quella “medicina” non era pericolosa e che poteva soltanto essere utile, i genitori di Matthew cedettero alle pressioni.
Il 21 marzo 2000, mentre giocava con uno skateboard, Matthew morì per una crisi cardiaca. Il coroner stabilì che il cuore di Matthew mostrava chiari segni di lesioni al microcircolo arterioso coronarico causate da sostanze stimolanti come le amfetamine, e concluse che il decesso era dovuto all’uso prolungato dello psicofarmaco che gli era stato prescritto.
Sei milioni di bambini in una sola nazione! Bambini come Matthew, che peraltro non avrebbe mai voluto prendere gli psicofarmaci e che oggi sarebbe ancora vivo se non fosse stato per la coercizione psichiatrica, ha detto il Dottor Roberto Cestari, Presidente della sezione italiana del Comitato dei Cittadini per i Diritti dell’Uomo, fondato nel 1969 dalla Chiesa di Scientology per la tutela dei diritti umani nel campo della salute mentale.
Nel 2001, gli autori di uno studio hanno concluso che “Il colpo apoplettico è una complicanza ben documentata dell’abuso di amfetamina ... Il metilfenidato è chimicamente e farmacologicamente simile all’amfetamina...”
Anche fuori dagli Stati Uniti, il numero di bambini a cui è stato diagnosticato l’ADHD, chiamato anche “disturbo ipercinetico” in Europa o DAMP (Deficits in Attention Motor Control and Perception) in Svezia, è salito alle stelle negli ultimi dieci anni.
Sebbene una pubblicità martellante sostenga il contrario, la prescrizione ai bambini di farmaci simili alla cocaina non ha assolutamente niente di scientifico. “La maggior parte dei dati disponibili sono molto distorti e questi farmaci sono al centro di aspre polemiche”, ha dichiarato il Dott. Cestari.
UN POSSIBILE CAMBIAMENTO
Alcuni psichiatri in Italia ed in tutto il mondo, diagnosticano falsamente “disturbi dell’apprendimento” prescrivendo anfetamine come “cura”. Ma, molte organizzazioni e singole persone, come per esempio l’attrice Priscilla Presley (a sinistra, in occasione di una manifestazione del CCDU a Los Angeles in Marzo), hanno partecipato insieme al Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ad una campagna internazionale in sostegno ai genitori che hanno detto “NO” alle droghe per i loro bambini.
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Il Comitato dei Cittadini per i Diritti dell’Uomo offre le seguenti informazioni ai medici interessati nella speranza di incoraggiarli ad approfondire le loro conoscenze sull’argomento. “Noi speriamo che questo possa essere di aiuto” sottolinea il Dott. Cestari.
1. LA SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI AI BAMBINI CONTINUA AD ESSERE ACCOMPAGNATA DA CONGETTURE E POLEMICHE.
Non esiste nessuna prova oggettiva che l’ADHD/DAMP sia un disturbo o una malattia vera e propria; esiste solo la valutazione soggettiva della psichiatria sui comportamenti da considerare aberranti. Le seguenti autorità hanno dichiarato quanto segue:
Nel 1998, un convegno dei massimi esperti mondiali di ADHD, organizzato dal National Institutes of Health (NIH), fu costretto a concludere che non esistono dati a conferma che l’ADHD è una disfunzione cerebrale. I membri del convegno ammisero: “Le nostre conoscenze sulla causa o le cause dell’ADHD rimangono per lo più speculative”, e in Europa ammissioni simili abbondano.
In quello stesso anno in Inghilterra il National Institute for Clinical Excellence ha riconosciuto che “le cause e la validità diagnostica dell’ADHD sono ancora controverse”.
Nel 2001, le autorità sanitarie della Svezia hanno rifiutato di riconoscere il DAMP come “disturbo biologico”.
Secondo il tedesco Paul Runge, psichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza, se venisse confermato che l’ADHD ha cause biologiche, “una terapia concreta ed efficace dovrebbe influenzare soltanto questo specifico disturbo biologico. Una terapia del genere non esiste.”
Il dottor Lawrence Diller, docente della Università della California a San Francisco e autore di Running on Ritalin, riassume così la questione: “...la ricerca di un marcatore biologico (sostanza la cui presenza o il cui aumento nel sangue o in un altro tessuto costituisce sintomo specifico di una determinata malattia) è frustrata sul nascere dalle contraddizioni e dalle ambiguità del concetto di ADHD definito dal DSM... I tentativi di scoprire un marcatore biologico sono paragonabili... alla ricerca del sacro Graal”.
2. L’ADHD UN “OTTIMO AFFARE”, MA PESSIMA MEDICINA.
Il dottor Charles Gant, docente di medicina biomolecolare e abusi di sostanze, afferma: “Fare una diagnosi dell’ADHD basandosi su sintomi comportamentali relativamente superficiali e poi prescrivere passivamente dei farmaci psicotropi senza indagare i fattori di rischio per ogni paziente, è semplicemente pessima medicina”.
3. LE GIUSTIFICAZIONI PSICHIATRICHE PER LA SOMMINISTRAZIONE DI STIMOLANTI AI BAMBINI SONO INFONDATE.
Gli psichiatri sostengono che l’ADHD richiede la somministrazione di farmaci proprio come il diabete richiede la somministrazione di insulina. Dicono che negare ai bambini questi farmaci sarebbe come negare l’insulina ai diabetici.
La dottoressa Mary Ann Block, autrice di No More ADHD, rifiuta recisamente questa logica: “Il diabete è una vera condizione medica che può essere diagnosticata oggettivamente. L’ADHD è un termine inventato, privo di qualsiasi mezzo di identificazione valido e oggettivo. L’insulina è un normale ormone prodotto dall’organismo ed è essenziale per la vita. [Lo stimolante] è un farmaco simile all’amfetamina, di derivazione chimica, che non è affatto necessario per la vita. Il diabete è una carenza d’insulina. I problemi di attenzione e comportamento non sono una carenza di [stimolante]”.
4. VI SONO MOLTI MOTIVI PER CUI UN BAMBINO INTERROMPE GLI ALTRI O HA DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO.
Nel 2002, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha emesso un rapporto sull’iperattività in cui raccomanda tra l’altro un “controllo più rigoroso sulla diagnosi e la terapia di questi disturbi e l’intensificazione delle ricerche su forme alternative di terapia, come la dieta”.
“Una delle cose per cui non mi do pace”, ha dichiarato Lawrence Smith, “è che Matthew non voleva mai prendere la medicina. Quanti altri Matthew Smith quattordicenni dovranno morire prima che qualcuno fermi la più grande frode sanitaria di tutti i tempi?”
In realtà non è stato il “sistema sanitario” a prescrivere sostanze letali a Matthew, è stato uno psichiatra, puntualizza il Dottor Cestari ed aggiunge: “E’ vero però che accettando il metodo diagnostico e le terapie degli psichiatri, anche la medicina generale è soggetta ai rischi e alle controversie legati ai fallimenti e ai difetti che sempre più numerosi emergono in questo metodo”.
Per ulteriori informazioni scrivere a:
COMITATO DEI CITTADINI PER I DIRITTI DELL’UOMO,
Viale Monza 1, 20125 Milano
oppure inviare una e-mail a: ccdu_italia@hotmail.com
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