Uniformità di giudizi da parte della Corte Suprema conferma libertà di religione e pluralismo in Italia
on una sentenza dell’ottobre 2001, la Sezione Civile della Corte Suprema di Cassazione ha confermato lo status e diritti di religiosi della religione di Scientology, annullando una precedente sentenza negativa della Commissione Tributaria Regionale di Milano.
La Corte di Cassazione, basando la sua decisione su un caso legale della Corte Costituzionale e sulla consolidata giurisprudenza di merito, ha definito il diniego, da parte della Commissione, del diritto religioso di esenzione dalle tasse alla Chiesa di Scientology “illecito” e “ingiustificato”. La Corte ha riaffermato i criteri che la Commissione deve seguire per accertare lo status religioso e quindi tributario della Chiesa.
“La magistratura ha uniformemente riaffermato il diritto civile di libertà religiosa per i cittadini e le minoranze, in un’epoca in cui la barbarie dell’integralismo sembra prevalere sulla civiltà, e in cui i diritti alle libertà civili sono spesso violati da poche persone che offendono la grande storia di libertà di interi popoli”, ha detto Annalisa Tosoni, portavoce della Chiesa di Scientology di Milano.
La sentenza di questo caso tributario ha un significato speciale come epilogo dell’abominevole ventennale caso giudiziario di Milano, terminato con una vittoria finale decisiva da parte degli scientologist nell’ottobre 2000. Il caso della Commissione Tributaria e il suo diniego alla Chiesa dello status di esenzione erano basati sugli stessi rapporti falsi e voci infondate che hanno alimentato il caso civile giudiziario per tanti anni.
Da dove provenivano quei rapporti falsi e quelle voci infondate? E che cosa ha protratto quel caso civile per due decenni, anche quando, pochi giorni dopo, sono state ritrattate le “accuse” originali che l’hanno originato? E perfino quando sono state trovate altre “prove” del fatto che il caso era infondato ed era stato fabbricato? Il caso è stato proseguito con ferocia, ma... perché?
La risposta ha molto poco a che fare coi fatti esposti nel caso ed ha invece molto a che fare coi motivi di coloro che vi stavano dietro. Il ventennale attacco alla Chiesa aveva le sue radici nella vendetta e in interessi privati.
Corrotto e Incostituzionale
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Un poliziotto che eseguì alcune “investigazioni” per l’accusa, per esempio, ammise alla corte che il giudice istruttore aveva dato l’ordine di cercare per l’investigazione solo persone ostili a Scientology o al Narconon.
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La vera storia ha inizio alla fine degli anni settanta, quando gli scientologist, un’autorevole voce di riforma sociale a livello internazionale, scoprirono gli orribili crimini e le violazioni dei diritti umani commessi nel sistema psichiatrico italiano e all’interno dei suoi manicomi. L’operato degli scientologist avrebbe alla fine condotto a un movimento nazionale per il ripristino dei diritti umani nel campo della salute mentale in Italia e alla chiusura, negli anni novanta, di dozzine di manicomi in tutto il paese.
Tuttavia, negli anni settanta gli scientologist erano l’unica voce, che gli psichiatri cercarono di ridurre al silenzio ad ogni costo. In una rimarchevole denuncia dei fatti, pubblicata dai media, la comunità psichiatrica fu umiliata dalle foto e dai dettagli di un terrificante museo di morte: i resti mummificati di pazienti psichiatrici, teste e parti del corpo, che documentano i macabri esperimenti degli psichiatri su esseri umani.
Più preoccupante per gli psichiatri, tuttavia, era il fatto che le persone danneggiate o brutalizzate dagli psichiatri, o le famiglie delle vittime, arrivavano a frotte a chiedere aiuto agli scientologist e a denunciare gli abusi. Si doveva fare qualcosa, si dissero gli psichiatri, per fermare gli scientologist.
Rivolgendosi alle loro connessioni in campo sia privato che pubblico, cominciarono a mettere in moto gli ingranaggi e a sferrare un attacco massiccio attraverso il sistema giudiziario. A quanto pare volevano tirarla per le lunghe per difendere il loro monopolio della salute mentale.
Utilizzando gruppi antireligiosi che erano sorti in Italia negli anni ottanta, e politici compiacenti che cercavano campagne per far carriera, lanciarono una campagna di pubblicità negativa e fecero pressione sul governo affinché agisse.
Il clima negativo risultante e una manciata di false “querele” permisero alla procura di Milano di aprire, nel 1980, un caso contro la Chiesa di Scientology, gli scientologist e il Narconon, il programma di riabilitazione dalle droghe di successo, noto in tutto il mondo, sostenuto dagli scientologist. Il Narconon era evidentemente un obiettivo della comunità psichiatrica che aveva istigato gli attacchi, poiché è un programma che non fa uso di droghe, che non sostituisce una dipendenza con un’altra, come fa la cosiddetta “cura di sostituzione della droga”, che sostituisce il metadone all’eroina – una “cura” che genera cure continue e ricadute.
La battaglia lungamente protratta che ne seguì ebbe molti risvolti – compresi raid infondati o illegali, ulteriori investigazioni condotte su fedeli e membri del personale innocenti, e quindi il processo. Ne derivò una prima assoluzione nel 1991 al tribunale di Milano, che fu poi invalidata nell’appello del 1993. Il caso andò poi due volte alla Corte Suprema per tornare due volte alla Corte d’Appello di Milano.
Per tutta la durata del caso, le tattiche e le macchinazioni usate dall’accusa per cercare di generare “prove” per le loro accuse erano corrotte e vistosamente anticostituzionali. Un poliziotto che eseguì alcune “investigazioni” per l’accusa, per esempio, ammise alla corte che il giudice istruttore aveva dato l’ordine di cercare per l’investigazione solo persone ostili a Scientology o al Narconon. Una di queste persone, per esempio, era un medico e funzionario della USL di Modena e fervente sostenitore del trattamento a base di metadone. Il Narconon costituisce una minaccia diretta per lui, dato che, non solo libera i tossicodipendenti dalla droga, ma li libera anche dall’infinita catena di “trattamenti” e conti da pagare.
Disperando ormai di trovare qualche sorta di attività criminale, il giudice istruttore ordinò anche alla Finanza di infiltrarsi nelle Chiese di Scientology. Non trovarono niente di utile ai loro scopi ma, per ironia, circa 15 agenti della Finanza furono simultaneamente trovati colpevoli di corruzione.
Gli abusi giudiziari non finirono nella fase investigativa del caso.
Durante il processo, accaddero alle parti civili cose che non ci si sarebbe mai aspettati accadessero in un processo democratico. Una “prova” portata in tribunale come documento di una parte, era fabbricata. “Non ho firmato quel documento”, ha detto la parte, “non l’ho mai visto”.
Una delle cosiddette parti “danneggiate” chiamata a testimoniare, ha detto: “Io non sono danneggiato. Non mi considero danneggiato.” Un’altra ha contestato calorosamente le rivendicazioni che la riguardavano e il suo ipotetico “danno”, scrivendo che considerava l’idea “offensiva”.
“Un baluardo per la libertà”
Gli scientologist hanno portato l’ampia evidenza di frode e irregolarità alla Corte Suprema, perseguendo giustizia e le garanzie di libertà di religione in una democrazia, inclusa la libertà da attacchi fanatici e anticostituzionali.
La Corte Suprema ha riconosciuto i problemi relativi al come il caso veniva condotto. Ha dissipato molte calunnie riguardo a Scientology, che erano state introdotte nel processo dall’accusa, descrivendo molte asserzioni come
illogiche” e “lontane dall’importanza che la corte [d’Appello] le aveva attribuito”.
“Si potrebbe fare in modo che le insinuazioni possano essere rese veritiere e biasimevoli, ma solo ad una prima lettura estrapolata dal contesto”, ha detto la corte. “Con uno scrutinio più accurato ed esaminate nel giusto contesto, le attività della Chiesa” l’alta corte ha trovato, erano “senza eccezione, comuni a tutti i movimenti religiosi.”
Così, a tempo debito, fu tenuto un nuovo processo finale alla Corte d’Appello di Milano e, dopo vent’anni, la bilancia della giustizia si è riequilibrata. Il 5 ottobre 2000, seguendo le indicazioni della Corte Suprema, la prima sezione della Corte d’Appello di Milano assolse tutti gli imputati dalle accuse perché i fatti non sussistono.
Ne consegue che la Corte di Cassazione ha tenuto la stessa linea di giurisprudenza nell’affermare, nell’ottobre 2001, lo status e i diritti religiosi della religione di Scientology.
“È motivo d’orgoglio constatare che l’Italia, con la nostra magistratura, si sia posta all’interno della comunità europea come centro di civiltà, baluardo di libertà e custode dei diritti civili”, ha detto Annalisa Tosoni.
“Ed ora, la sentenza della Corte di Cassazione in materia tributaria, retaggio dell’inchiesta originaria di oltre venti anni fa, è la nota finale di questo capitolo sulla libertà di religione in Italia”, ha detto.
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